E se Babbo Natale può essere un'opinione, noi stessi siamo una certezza nella stima incerta che ci affibbiamo. L'autostima si fa equilibrista instabile tra il vagheggiare ipertrofica e l'essere strisciante sotto le suole delle scarpe tra la polvere dell'auto-svalutazione. Ricordate la pubblicità televisiva di qualche anno fa, che ripeteva come un mantra in piena: "mi pensi, ma quanto mi pensi, mi ami, ma quanto mi ami??!"
Ecco, se potessi entrarvi nei pensieri dagli occhi di ciò che leggete in questo Elisir, vi domanderei: "TI PENSI? MA QUANTO TI PENSI? COME TI PENSI? E TI AMI? MA QUANTO TI AMI?"
La risposta è "bella che pronta", in quest'altra domanda: pensate alla parola AMORE! In senso lato eh, non solo cuoricini e fiorellini, cosa vi viene in mente? A cosa pensate? Ora siate onesti nel fare mente locale ai primi tre nomi. Scommetto che pochi di voi hanno fatto spazio a se stessi sul podio delle persone più degne di stima e affetto, quasi fosse anti-egoistico e doveroso l'atto di amare rivolto a qualcos'altro e qualcun altro al di fuori di noi. Come apprezzarci di più? Come possiamo credere un po' più a noi stessi?
Per prima cosa accorgendoci di quello che siamo, delle nostre potenzialità, qualità, punti di forza, limiti e unicità che ci rendono comunque unici e preziosi. Da dove partire? Da qui e ora direi, con carta, penna e consapevolezza!
- cosa mi rende unico?
- per quali aspetti di me vengo di solito apprezzato/stimato?
- quali sono cinque motivi (almeno) per cui posso piacere a me stesso, quasi quanto mi piace Babbo Natale?
- perché una persona dovrebbe trarre giovamento e piacere a frequentarmi come essere umano?
Non si dice ma si agisce!! Ripetetelo come un mantra quotidiano e agite di conseguenza!
" DO YOU LOVE YOU? "
Dott.ssa Elisa Tosana
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